sole ha scritto
CITAZIONE
Secondo me la nostra cara "testa arancione" si è mischiato tra la folla ed è andato a trovare gli amici, sfuggendo all'assalto dei giornalisti ... forse si è messo una parrucca corvina, così nessuno lo poteva riconoscere
Ti ricordo che con quella testa arancione e alle 12 di sera non è poi così facile per lui ''mischiarsi alla folla''. Ma vedremo cosa accadrà
Ecco a voi la terza parte. Oggi vediamo cosa potrà succedere
CAPITOLO TERZO – FLASHBACK
Qualche giorno prima l’arrivo della squadra dell’Ajax all’aeroporto.
La sala era illuminata da quattro finestre che davano su vari stabilimenti all’esterno. Gli stabilimenti riservati all’allenamento della prima e della seconda squadra dell’Ajax. La seconda squadra era quella dell’Under 21 che aveva fatto scintille da un po’ di tempo a questa parte.
Un anno fa era stato convocato un certo giocatore giapponese, molto particolare e decisamente pittoresco rispetto agli altri giocatori, soprattutto grazie a quella sua stranissima testa arancione. Tuttavia lo strano colore dei suoi capelli non aveva destato questo grande scalpore perché in realtà il colore dell’Olanda era proprio l’arancione (non a caso i giocatori della nazionale erano definiti ‘’gli Orange’’) e gli olandesi al vederlo la prima volta quasi giustificarono in quel modo il suo colore dei capelli. Il giorno della conferenza stampa in cui Roy Kanou fu presentato come nuovo acquisto della squadra si svolse in maniera particolare. Il ragazzo sembrava davvero imbarazzato. Si vedeva lontano un miglio che non era avvezzo a parlare di fronte alle telecamere. Oltretutto era consapevole di dover fare una buona figura dato che tutti lo stavano per giudicare in un paese straniero e dato che tutti sapevano che era il fratello del tanto famoso Peter Kanou. Fortunatamente il mister ufficiale della prima squadra niente di meno che Marco Van Basten in persona, accompagnato dal suo staff tecnico e dall’allenatore della seconda squadra (di cui avrebbe fatto parte il ragazzo avendo meno di 21 anni), prese in mano le redini della situazione ma naturalmente i giornalisti riuscirono a farlo parlare. Il ragazzo si guardava distrattamente le mani e poi rispondeva correttamente sebbene in maniera stentata. Dopo varie foto e la consegna della maglia con il numero nove (che aveva già portato fortuna a Roy in passato) la conferenza era finita bene per tutti. Il ragazzo tornò negli alloggi dei giocatori e, trovando il suo compagno di stanza che ridacchiava guardando la replica in tv della conferenza disse:
“ Che cosa ridi scusa?? Guarda che sono andato bene…almeno credo!!!!”
“Certo certo come no!!!!!” e continuò a ridere!!!
“ Senti Carlos se non la smetti giuro che…”
“ Che cosa? E poi non ti ho aiutato io a scrivere le risposte sulla mano?? Un po’ di gratitudine!!!”
“ scusa ma perché ridi così tanto? Ho seguito quello che c’era scritto no??”
“ Oh si si!! Questo senza dubbio!!!!” e rise ancora più forte.
“ Ma insomma si può sapere che c’è????!!!!”
“ Guarda tu stesso!”
Roy si sporse oltre il ragazzo brasiliano verso la televisione e capì il perché delle risate del proprio amico. Dalle riprese si vedeva chiaramente che leggeva dalla mano!! Oltre al fatto che quando leggeva se la portava più vicino agli occhi!! Non era mai stato bravo in certe cose!!
Roy cadde sul letto sconfortato…’Cominciamo bene” pensò “ e tu smettila di ridere!!!!”
Tuttavia nonostante il suo inizio giusto ‘’leggermente’’ imbarazzante, Roy Kanou capì che non era quella la prova reale da superare. Sapeva di trovarsi fra grandi giocatori dell’Europa e che tutti lo consideravano come un giocatore senza talento dato che proveniva da una nazione in cui il calcio era nettamente inferiore al loro. Oltretutto gli ci volle molto tempo per imparare bene la lingua. All’inizio parlava con Carlos un po’ in inglese per farsi capire (dovette mettersi veramente d’impegno per farlo dato che non era per niente portato) ma poi si trovò di fronte un’intera squadra di giocatori che parlavano olandese e un inglese quasi perfetto. Gli ci vollero 6 mesi pieni per padroneggiare la lingua. Fortunatamente non erano tutti olandesi. Vi era un brasiliano (Carlos ovviamente che in un certo senso gli ricordava Rodrigo) , un uruguaiano (Pedro) un italiano (Giuseppe che tutti chiamavano Joseph) un tedesco (Mark) e un francese (Pierre). Con questi riuscì a trovarsi abbastanza bene sebbene come gli altri all’inizio lo sottovalutassero un po’.
Le prime partite di Roy furono quasi un’umiliazione. Non riusciva a farsi strada fra quei giocatori fantastici sebbene tutti lo ammirassero per la sua grande resistenza fisica e per la sua grande voglia di fare goal. All’inizio fu proprio questo che tolse lo scetticismo dai suoi compagni di squadra. Anche se mancavano pochi minuti alla fine Roy Kanou aveva la capacità di fare sempre qualcosa di straordinario per ribaltare il risultato. Non avevano mai visto nessuno giocare a calcio così. E dopo i primi mesi che permisero alla ‘’Testa arancione’’ di abituarsi al ritmo dell’Europa e a rafforzarsi anche fisicamente, cominciò la grande carriera di questo bomber. La squadra ormai contava su di lui per ribaltare i risultati e per quelle giocate particolari che solo ad un testardo come lui sarebbero riuscite. Ma la loro fortuna non derivò solo dalla presenza di Kanou in campo ma anche dalla sua collaborazione con la seconda punta, Carlos. Il mister riuscì a convincerli a seguire degli schemi di gioco imprevedibili che impedivano agli avversari di capire chi avrebbe tirato in porta. Insomma Roy Kanou era diventato un grandissimo giocatore.
Ed era per questo che si trovava quel giorno in quella sala. Rispetto all’anno prima era diventato più alto di qualche centimetro tanto da sfiorare il metro e novanta ma i suoi capelli arancioni erano gli stessi di sempre e che facevano un grande contrasto con il luogo in cui si trovava pieno di coppe trofei e dei colori bianco e rosso della squadra dell’Ajax. Si trovava nello studio del mister. Ma non del suo mister, di quello della prima squadra. Era quasi un onore per un ragazzo di 18 anni come lui poter entrare lì dentro. Tuttavia per Roy Kanou non contava niente. Pensava solo a quello che Van Basten gli avrebbe detto e che si aspettava di sentire.
Il mister si sedette invitando il ragazzo a sedersi. E cominciò così quella conversazione.
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Forse posterò la quarta parte oggi pomeriggio perchè oggi sono proprio in vena. Allora ditemi che ne pensate ok??? Ho voluto introdurre anche il carissimo Marco van Basten...chissà se devo pagargli il copyright!!!!! scherzo!!!